I dati Istat ci dicono due cose gravissime: la prima è che circa centomila giovani (cifra per difetto, poiché molti hanno in corso le pratiche di registrazione) ogni anno lasciano l’Italia, per trasferirsi in maggioranza in Germania e Gran Bretagna dove trovano buone opportunità di lavoro, reddito e in molti casi di carriera. Qualche anno fa erano meno di cinquantamila.
Oggi, la migrazione di connazionali viaggia a livelli da dopoguerra, é ai primi posti in questa speciale classifica mondiale e – fatto più drammatico – è costituita per un terzo da diplomati e per un terzo da laureati. Il costo pro capite é stimato in 150 mila euro a carico di famiglia e Stato, ossia quanto in media si spende e si investe su un giovane studente per scuole e formazione. Uno spreco assoluto che mette in evidenza le storture del mercato del lavoro e l’inadeguatezza del nostro Paese nell’assicurare prospettive di reddito e carriera ai nostri giovani. Il dramma nel dramma é che diventiamo un Paese per vecchi e di vecchi, con problematiche connesse alla demografia, al servizio sanitario, al sistema pensionistico. Un Paese senza futuro, perché volta le spalle alle nuove generazioni e le costringe ad andare via.
Questi sono dati reali, su cui occorrerebbe ragionare con spirito costruttivo e bipartisan, essendo in gioco il futuro dei nostri figli. Si discute invece, fra insulti e sproloqui, di false notizie, cinicamente diffuse da politici senza scrupoli. Ossia si discute di “invasione” di migranti, di flussi inarrestabili, tanto più che la percezione della presenza straniera é quattro volte le stime ufficiali. Da gennaio a oggi, meno di ventimila sbarchi, il 90 per cento in meno dello scorso anno. Ventimila migranti che vengono in parte ricollocati, qualcuno resta in attesa di essere rimandato a casa, nessuno ruba il lavoro a nessuno, perché non esistono, nemmeno al Sud, giovani italiani bianchi disposti a raccogliere pomodori e mele, a sciacquare piatti e spazzare alberghi. Ventimila migranti costano in termini di accoglienza e solidarietà un’infinitesima parte della ricchezza che il Paese perde mandando via i propri giovani cervelli. Ma ragionare sulle cifre é sempre troppo faticoso, soprattutto quando questo costringe ad ammettere di essersi sbagliati o di avere false idee in testa.
Meglio la conferma del pregiudizio. Costa meno ed é merce diffusa. Come ci si sente meglio quando in tanti la pensano cosi e si può fare politica come allo stadio, odiando il nemico.