Donald Trump ha quasi completato la squadra di governo senza limiti per l’orrido. Finanzieri, generali, magnati del petrolio, insomma il “meglio” dell’ambiente da cui proviene il presidente eletto dal basso, voluto dal popolo della provincia, dell’America profonda. Quel popolo stanco delle élites, del bon ton democratico, dei troppi migranti, di troppi diritti per le minoranze, per le donne, per i neri.
Così il cerchio si chiude. Il popolo, mitica categoria universale, ha deciso, ha scelto, vota, insorge, scardina, elegge il salvatore, il capo vendicatore di tutte le ingiustizie patite nel tempo della crisi e della globalizzazione. Il capo dice che piccolo é bello, che nazione é bello, che i muri sono belli. Il web trasforma tutto in verità, accessibile a tutti, mai verificata.
Il governo Trump salda i veri poteri forti con il popolo. Accadde così dopo Weimar, dopo il delitto Matteotti. Il disgusto per la politica, la democrazia lenta e complicata, compiono la sintesi. Gli errori, inevitabili fanno il resto. I privilegi li esaltano. Ma dobbiamo capire in che direzioni stiamo andando in Italia e in Europa.
Siamo sommersi da valanghe di slogan e insulti, da capipolo e guru che hanno la veritá su tutto e le soluzioni su tutto. Trovano insoliti compagni di viaggio : giornalisti, banchieri, comici, imprenditori, giuristi, leader politici e intellettuali che sanno sempre dove sta il bene della societá, E ce lo spiegano. Ma questo si chiama “trumpopulismo”. Basta leggere la rabbia sorda e il disprezzo per le opinioni diverse che trasuda dai post ogni giorno. Ognuno crede di avere capito tutto e si affida a chi conforta le sue certezze. Intanto, in rete e con i forconi, lo squadrismo avanza.