A gennaio, Germania e Francia davano un segnale forte e chiaro all’Europa dei populismi e del dopo Brexit. I candidati del centro destra, François Fillon e Angela Merkel, erano i piú accreditati alla guida dei rispettivi Paesi. Fillon aveva trionfalmente vinto le primarie dei Republicains e – dato lo stato comatoso della sinistra – si preparava alla conquista dell’Eliseo. La Merkel senza rivali marciava per la quarta volta verso la cancelleria. Nonostante le differenze, sembrava profilarsi una solida riedizione dell’asse franco tedesco, omogeo politicamente e per certi aspetti rassicurante di fronte ai rischi di implosione continentale.
In poche settimane, lo scenario é radicalmente cambiato. Travolto dallo scandalo dei falsi impieghi (e stipendi reali) della moglie, Fillon ha perso terreno, si è difeso malissimo, ha distillato sconforto e fronde nella sua stessa famiglia politica che appare scoraggiata. Al tempo stesso, sono aumentate in modo prepotente le possibilitá di Emmanuel Macron, candidato di centro sinistra, che piace anche a destra. Nella partita per l’Eliseo, si é inserito a sorpresa Benôit Hamon, candidato della sinistra socialista. Il suo programma un po’ massimalista, imperniato sulla giustizia sociale (la proposta faro é il salar
io d’inserzione sociale per tutti) piace, ha trovato il sostegno di un economista famoso come Piketty, fa presa nel grande bacino della Francia povera e delusa. Hamon potrebbe mettere insieme un grande cartello delle sinistre radicali. Ma Macron potrebbe convicerlo ad una sorta di “santa alleanza” per fare argine alla destra e soprattutto al Front National di Marine Le Pen, la quale é sempre in testa nei sondaggi. Il tempo, le gaffes e le divisioni degli avversari lavorano per lei. E a lei guardano molti elettori di destra delusi da Fillon.
A prescindere dalle scelte della sinistra radicale, Macron può contare anche sull’appoggio di François Bayrou, leader del centro cattolico, che ha rinunciato a candidarsi. Non conta molto, ma contribuisce alla dinamica elettorale di Macron e alla sua immagine di candidato di centro sinistra.
Le sorprese sono arrivate anche dalla Germania. La discesa in campo di Martin Schultz ha minato la marcia sicura di Angela Merkel. Il candidato socialdemocratico ha ridato speranze alla SPD in crisi. Naturalmente, parlando di Germania, le svolte politiche non saranno comunque traumatiche. Lo sbocco piú probabile, stando ai sondaggi, é una grande coalizione, magari a ruoli invertiti, con piccole correzioni sul piano interno e un approccio piú attento al sociale in campo europeo, anche se ci dobbiamo aspettare rivolgimento clamorosi su rigore di bilanci e spesa pubblica (degli altri). Molto probabilmente, Schultz prenderá il posto del falco del rigore Schauble. La nomina piacerá a molti europei e non dispiacerà alla Merkel.
Tutto é naturalmente in movimento anche in Germania, ma oggi sembra profilarsi in Europa un nuovo asse, a guida social democratica o social riformista, per quanto possano valere ancora queste categorie. Di sicuro, Macron e Schultz, rappresentanti di una sinistra moderna e riformista, faranno di tutto per unire le truppe. Essendo l’unica condizione per vincere. Proprio come sta avvenendo……nell’Italia a guida PD.