“Rivoluzione democratica” può suonare come una contraddizione in termini. Uno s’immagina barricate e colpi di cannone e, siccome siamo in Francia, anche taglio delle teste. Almeno come simbologia, la rivoluzione che ha in mente Emmanuel Macron non é molto lontana dai precedenti storici. Perché il neo presidente punta da un lato a un radicale cambiamemento di uomini, comportamenti, modelli amministrativi, rapporti fra categorie e poteri dello Stato e sistemi educativi e, dall’altro, alla riaffermazione di quei valori – libertá, fraternitá, uguaglianza – che con la Rivoluzione (con erre maiuscola) hanno assegnato alla Francia una missione universale nel mondo.
La prosa del libro autobiografico di Macron, in edicola da oggi con il Corriere, é volutamente messianica e visionaria. Non ci troverete cifre, analisi tecniche, progetti definiti, come ci si attenderebbe da un giovane ex banchiere ed ex ministro delle finanze uscito dall’Ena, la grande scuola d’amministrazione in cui si formano le classi dirigenti del Paese. Macron parla invece al cuore dei francesi, offre speranze, prospettive di rinascita, orizzonti culturali ed etici e,naturalmente, fotografie spietate della situazione attuale della Francia che sollecitato appunto un processo di cambiamento profondo. E’ una narrazione conosciuta dagli osservatori piú attenti, secondo la quale il modello di Stato protettore e onnipresente, cui sono aggrappati molti francesi, non funziona piú ed é a torto ancora ammirato, persino all’estero, con una punta di provincialismo. Al tempo stesso, non funzionano piú vecchie logiche di partito e di apparato e vecchie ricette che pretendono di “aggiustare” senza alcun risultato un sistema amministrativo, sociale, economico – una mentalitá collettiva – che non sta piú al passo con le sfide del nostro tempo : la competitivitá internazionale, la globalizzazione economica, la rivoluzione digitale, la salvezza del pianeta, l’emergere di nuove potenze.
A partire dal no al referendum sulla Costituzione europea e con la progressione del Front National sulla scena politica, si sono affermate in Francia due correnti di pensiero che hanno finito per infuenzare pesantemente la sensibilitá collettiva e le reazioni del mondo politico. La prima é la tesi del declino inevitabile, della rassegnazione alla perdita di peso politico e diplomatico nel mondo, della nostalgia per la grandeur perduta. La seconda vede la salvezza della Francia in un’impossibile chiusura di confini, non solo territoriali e doganali, nel ritorno alla moneta nazionale , nell’uscita dall’Europa, “salvezza” in cui si specchiano slogan e istanze del Front National e il disorientamento dei perdenti della globalizzazione, operai, giovani disoccupati, ceti medi impoveriti.
Sono le correnti che hanno portato il Paese alla situazione attuale e in cui si possono riconoscere tutti i fenomeni che stanno portando l’Europa all’implosione. Brexit, secondo Macron, é appunto il nome, il titolo, della crisi dell’Europa. Tuttavia – ed é questa la parte piú coinvolgente del libro, soprattutto per i non francesi – il rilancio dell’Europa é possibile, oltre che urgente, se le leadership nazionali la smetteranno di fare dell’Europa il capro espiatoio e l’alibi delle rispettive manchevolezze e riusciranno a concretizzare decisioni coraggiose. L’austeritá, scrive Macron, non é una soluzione, né una ricetta economica. “Abbiamo messo alla guida dell’Europa leader inconsistenti”.
L’Europa, e con essa la Francia, resta un grande progetto di pace, democrazia, prosperitá, é “un modello economico e sociale senza uguali nel mondo.” Un po’ sbiadito, anche a causa di “arroganze di esperti e menzogne di demagoghi”, ma ancora ambizioso, tanto piú che non ha alternative in un mondo dominato da Stati Uniti e Cina e da altri colossi emergenti.
Macron punta a un’Europa coesa, indipendente, con urgente necessitá di organizzare e finanziare la propria difesa, equidistante fra grandi potenze, capace di dialogare con la Russia. Il rapporto con la Germania é essenziale. La maggiore disponibilitá della Germania, soprattutto in materia finanziaria, dipende anche dalla credibilità degli altri patners, Francia al primo posto, ma un ruolo importante spetta anche per l’Italia, piú volte citata nel libro.
Unica concessione alla grandeur, il ricordare che dopo Brexit, la Francia é l’unica potenza nucleare europea e l’unico Paese europeo nel Consiglio di sicurezza dell’ONU. Condizioni che possono essere decisive per la Francia e per l’Europa se appunto la Francia riuscirá a rimettersi in piedi anche al proprio interno, tornando ad avere le carte in regola, senza spochia e senza polverose velleitá.
Idee, progetti, analisi, sogni e qualche cosa giá sentita dalla bocca di predecessori. Anche Sarkozy si affermò con l’idea di una rivoluzione di sistema e di comportamenti e immaginò di governare aprendo la leadership ad altre forze, ad altre idee, alla trasversalitá fra destra e sinistra. Il tentativo fu azzoppato dalla devastante crisi finanziaria internazionale, dalla disinvoltura di comportamenti personali e da enormi resistenze corporative, sindacali, culturali. Le stesse che hanno sbarrato la strada a non pochi leader emergenti in Europa e che si ergeranno anche contro Macron, il piú giovane presidente della storia di Francia. Il libro parla anche della sua infanzia, della sua adolescenza, di passioni e letture, del matrimonio con Brigitte. Un tempo breve, per un uomo appena entrato nella maturitá. Parla sopratuttto di un giovane brillante, ambizioso e fortunato, che si è trovato al momento giusto nel posto giusto. Scommessa per ora riuscita. La Francia di Marine Le Pen poteva contagiare l’Europa. Quella di Macron potrebbe farla rinascere.