Vivere nell’Europa di oggi e avere paura degli immigrati é come vivere in Alaska e essere contro la neve. Fra meno di una generazione, ci saranno piú centenari che bambini. Ad ogni nuovo lavoro tecnologico corrispondono due o tre lavori nei servizi. Austria, Germania, Italia, saranno fra i Paesi piú invecchiati del mondo. La perdita di forza lavoro provoca la perdita di base per le pensioni, la diminuzione di consumi, del Pil, delle entrate dello stato. Generazioni di ottantenni avranno bisogno di assistenza. La societá del futuro ha bisogno di lavoratori nei servizi. Chi oggi farnetica sugli immigrati che rubano il posto di lavoro provi a immaginarsi vecchio, non autosufficiente e veda se c’é in giro qualcuno che lo lavi, lo vesta, lo accompagni per la strada, lo assista in ospedale.
La paura, i Muri, i sogni di chiusura nazionalistica sono totalmente ingiustificati. Gli esseri umani si muovono da quando esiste il mondo.
Altra cosa é difendere le nostre tradizioni, la nostra cultura, la nostra spiritualitá, le nostre radici. Altra cosa é pretendere integrazione, rispetto delle regole e delle leggi, senza però impedire che chi viene da noi preghi, si vesta o mangi secondo le proprie origini. Altra cosa é imporre il rispetto della donna, reprimendo pratiche oscurantiste come il burqa o la poligamia, senza però considerare un fazzoletto in testa un segno di integralismo. Altra cosa é espellere senza appello i responsabili di reati, colore che rifiutano l’integrazione, coloro che rifiutano il lavoro. Altra cosa é mobilitare risorse per filtrare gli arrivi, controllare gli sbarchi, accogliere per assistere, ma anche selezionare diritti, bisogni, abusi.
La paura delle migrazioni é anche figlia della mancanza di coraggio dei nostri leader. Coraggio nell’affermare la necessitá di immigrati, coraggio nell’affermare il bisogno d’integrazione senza falsi buonismi.
Altrimenti dovremo aspettare che la neve si sciolga.