Non é detto che le utopie – lo dice la parola stessa – siano davvero irrealizzabili. Finora, si é sperato di ottenere risultati migliori correggendo le stesse politiche. E se provassimo a cambiare politiche? Fra tutti i segnali allarmanti e negativi che arrivano dalla Francia elettorale – il populismo, il razzismo, la minaccia di dall’euro, il fenomeno Marine Le Pen in testa nei sondaggi, etc – c’é almeno questa grande voglia di riflettere su altre strade possibili. Piketty é l’economista piú innovativo e di maggior successo del momento. Per quanto discutibile, e discusso, il suo successo e le sue idee si sono inserite con prepotenza nella galleria di intellettuali e opinionisti – Huellebeq, Finkelkraut, Zemur e altri – che hanno costruito fama e successo su un’idea difensiva di Francia assediata, in declino, in crisi di valori, travolta da ondate migratorie e correnti islamiste.

Anche Emmanuel Macron, in ascesa nei sondaggi, é uscito dagli schemi. Per comoditá (o pigrizia) giornalistica, anch’io l’ho definito lib/lab, l’uomo che avanza al centro, il leader che spera di conquistare pezzi di destra e di sinistra. In effetti il suo programma é ancora abbastanza confuso e indecifrabile, anche se ci sta lavorando un altro degli economisti  europei piú stimati, Pisani Ferry, del centro studi di Bruges.

La grande novitá é il metodo, la voglia di costruire un progetto e un programma non sulla base di un’idea di partito o di una concezione culturale/politica onnicomprensiva ma attraverso la consultazione di settori e categorie della societá di oggi, sempre piú parcellizzata e complessa. Come si fa a tenere insieme industria e ecologia, una societá anziana e giovani disoccupati, trasporto pubblico e auto di lusso, divertimento colto e precariato, competitivitá e solidarietá, aperture multirazziali e sicurezza? Come mettere d’accordo le direttive europee e l’esigenza di investire nel pubblico, come cambiare l’Europa senza respingerla?

E’ un azzardo, una scommessa complicata, ma può essere vincente. Al punto che non sarebbe cosi impensabile che Macron e Hamon finissero per convergere, in una sorta di  moderno fronte repubblicano che allontani l’incubo del Front National. Incubo sempre piú probabile, dato lo stato comatoso del centro destra, il cui candidato François Fillon appare sempre meno credibile e sempre meno vincente. Il rischio é che una parte dei suoi elettori convergano su Marine Le Pen. E il disastro sarebbe completo.