Il problema del “che fare” é angoscioso e complicato proprio perché non hanno piú senso le antinomie manichee tipo pace e guerra, sicurezza e privacy, democrazia e regimi, così come non hanno piú senso le divisioni del mondo in blocchi e alleanze, rispetto all’emergere di nuove potenze con cui dobbiamo confrontarci. Occorre trovare un’intelligente dimensione di buon senso, di prospettiva strategica, di praticabilitá concreta, partendo dal fatto che il terrorismo, come la criminalitá organizzata, i traffici si droga, la follia omicida di tanti pazzi in circolazione non necessariamente islamici sono purtroppo fenomeni endemici, con cui dobbiamo imparare a convivere e a difenderci sapendo che non esiste il rischio zero, esattamente come quando prendi un aereo o vai in auto. Dobbiamo contenere il piú possibile, senza illuderci di eliminare definitivamente il problema, con le buone o con le cattive.
Morire in un bar di Parigi non é diverso che morire a Manhattan o a Beirut, in un cinema di Mosca o in campus americano o su un’isola della Norvegia o in un resort in Thailandia. Morire su un aereo della Germanwings é forse la cosa più assurda che potessimo immaginare, ma é accaduto. Quindi il problema, per stare in tema, non é la guerra o la pace, ma quale difesa anche militare si riesce a costruire, con quali alleati, contro quali nemici, con quali obiettivi e soprattutto pensando a che cosa succede dopo, appunto per evitare i disastri di Afghanistan, Iraq, Kosovo e Libia (dove si sono installati i terroristi che escono dalla Siria). E’ chiaro che se gli europei non riescono o non vogliono spendere per una difesa comune europea, che mantenga solidi legami con l’alleato americano e al tempo stesso difenda legittimi interessi strategici ed economici con la Russia, non si va da nessuna parte. Saremo sempre in balia della Nato e di chi la comanda,ossia degli Usa, che difendono propri interessi, che fanno cose giuste e cose sbagliate, ma non certo pensando all’Europa che, casomai, é un concorrente economico e commerciale. Colpa é concetto etico, ma responsabilitá ed errori sono una cosa concreta, che va analizzata, proprio per tirarne le lezioni. L’elenco è lunghissimo. Per citare, ad esempio, la Francia non si puó tacere che quasi tutte le scelte francesi nella storia recentesono andate in direzione contraria rispetto a quanto sarebbe necessario: gestione dell’immigrazione, rottura con la Nato, attacco unilaterale alla Libia, affari discutibili con le monarchie del golfo, bocciatura della costituzione europea etc… Non é una colpa, ma é una grave responsabilitá dell’Europa se le frontiere sono un colabrodo, se la rete di polizia fa acqua, se terroristi schedati e individuati hanno potuto scorrazzare dal Belgio alla Francia anche dopo Charlie Hebdo, se si sono tollerate in nome del buonismo sociologico, mosche clandestine, propaganda fanatica, ghetti ideologici piú che materiali.
Questi criminali erano tutti cittadini francesi e belgi. Certo, alcuni sono andati ad addestrarsi in Siria, ma l’opera di proselitismo é cominciata qui. Perché da qui sono partiti. Se vedi le loro biografie, erano ragazzi “occidentali”, rap, mezzi drogati, piccoli delinquenti, coglioni in sintesi. Volevano la “gnocca”, non la donna velata. Come sono peraltro nati e cresciuti in occidente i responsabili di quasi tutti gli attentati degli ultimi anni, compresi quelli avvenuti negli Usa. L’Isis va stroncato, magari anche con qualche bomba, ma non si risolve il problema se non si capisce come é nato e come potrebbe svilupparsi anche in seguito a una rappresaglia armata. Quante migliaia di soldati ci vorrebbero per stanarli casa per casa, in una situazione che é simile a una gigantesca Gaza, grande piú dell’Italia? E quanti dovremmo mandarne in Libia, nel Maghreb, in Nigeria e dovunque proliferano con l’appoggio di Paesi arabi e di nostri presunti alleati come la Turchia? Puoi immaginare russi e marines fianco a fianco? sceicchi che possono pagare 300 milioni per Ronaldo, quanti milioni possono fare arrivare attraverso misteriosi canali all’Isis? Eppure sono gli stessi che comprano la nostra moda, i nostri palazzi, le nostre compagnie aeree, le nostre imprese. Non ripetere gli errori e vedere le responsabilitá, non significa risalire alle crociate, al colonialismo o all’imperialismo o alla guerra fredda, né alle guerre fra cattolici e protestanti che si scannavano come oggi sciiiti e sunniti in nome del predominio di una nazione o di un impero. Significa ricordare come sono nati i talebani, perché abbiamo armato Saddam contro Komeini e poi Komeini contro Saddam, come abbiamo sostenuto tonnelate di estremisti sperando di ottenere risultati a noi favorevoli, dai tumamaros ai contras, dai mujhaiddin ai volontari bosniaci e kosovari, dai pakistani agli ucraini, pensando che i cattivi fossero sempre gli altri : i sovietici, i comunisti, i serbi, gli sciiti, i turchi….i russi. Non é ingenuo, né manicheo ricordare che le guerre di liberazione, le guerre d’indipendenza, le guerre al nazismo siano un’altra cosa, persino al prezzo di una bomba atomica, del bombardamento di Dresda e Berlino, dei massacri si Solferino e San Martino etcc… Da questo fiume di sangue sono nate le Nazioni Unite, la cui carta prevede anche l’uso della forza. Ma con le regole dei governi che ne fanno parte, non con la prevaricazione dei troppi Stranamore in circolazione. L’ultimo era alla Casa Bianca e anche per questo Obama non sa che pesci pigliare.