La decisione congiunta dei governi francese e britannico di costruire un muro “antimigranti” nell’area di accesso all’Eurotunnel, a Calais, é altamente simbolica quanto drammaticamente inutile. Simbolica, in negativo, perché offre ai cittadini europei e al mondo lo stato di regressione degli ideali e dei progetti europei. L’Eurotunnel era stato concepito e realizzato come un nuovo straordinario passo verso l’unitá continentale. Dopo Brexit e dopo la grande muraglia a Calais, la cesura é evidente.
Ma la grande muraglia é anche inutile. Ottusamente inutile, oltre che costare milioni di euro per realizzarla e probabilmente centinaia di milioni di euro in termini di perdite economiche per la Francia e la Gran Bretagna a causa degli inevitabili rallentamenti del traffico turistico e commerciale. Inutile perché mette una pezza sul problema, per fare finta di non vederlo, senza risolverlo. Da anni, decine di migliaia di profughi, richiedenti asilo e clandestini affluiscono a Calais, con la speranza di raggiungere parenti e comunitá in Gran Bretagna. Da anni, il gigantesco accampamento di Calais (o “giungla”, come lo chiamano i francesi) é un problema irrisolto, anche perché nessuno può o sa come impedire ai migranti di arrivare fin qui in attesa di attraversare la Manica. Pensare che il Muro impedisca a centinaia di disperati di tentare ogni giorno il viaggio della speranza é pura illusione. Continueranno a provarci e a rischiare la morte, aggrappati o nascosti fra i Tir, nelle stive dei traghetti, nei vagoni ferroviari e persino a nuoto, come il protagonista di un film che ha commosso la Francia.
Intanto, gli impegni europei per la ridistribuzione di migranti e profughi, nel segno della solidarietá conclamata negli incontri fra governi, resta lettera morta. Italia e Grecia restano il drammatico bacino di affluenza e deposito. La Turchia resta la terra di accoglienza a pagamento, facendo crescere il debito politico dell’Europa verso Erdogan. Dopo Brexit, la Gran Bretagna persegue l’equivoco della sua storia europea recente e lo applica al contrario : far finta di essere dentro e stare fuori. La Francia, dei diritti dell’uomo e degli ideali di fraternità e uguaglianza, si perde anch’essa nella giungla di Calais, dove un tempo vincevano le elezioni socialisti e comunisti e dove oggi miete consensi il Front National di Marine Le Pen.
Soltanto la Germania di Angela Merkel tiene la barra dritta, nonostante il recente schiaffo elettorale subito dalla Cancelliera che continua a ripetere “Ce la faremo”. Non é buonismo a buon mercato, ma consapevolezza della dimensione politica, economica, demografica del problema, di una sfida che abbraccia tutto il vecchio continente e le prossime generazioni. L’alternativa é svuotare il mare con la forchetta. I muri, prima o poi crollano. E diventano monumenti a un passato che non puó tornare.