Giggetto Di Maio, detto ‘O statista, per via del passato da inserviente allo stadio del Napoli, ne ha inventata un’altra delle sue. Mentre il premier (si fa per dire) Conte briga per una cattedra (in barba al conflitto d’interessi) e confonde l’8 settembre con il 25 aprile (in effetti teme la Liberazione, quando gli italiani li cacceranno con i forconi), Giggetto 0’ statista propone la chiusura dei centri commerciali la domenica e una stretta agli orari dei negozi. Tutto il contrario delle scelte di liberalizzazione del mercato e della concorrenza compiute dai precedenti governi e della logica, perchè fermare le serrande significa posti di lavoro in meno, (si dice 40mila), diminuzione dei consumi (e del Pil), duro colpo al turismo, soprattutto per i commerci vicini alle zone turistiche.

Per un Paese che vive di questo, una decisione lungimirante! Ma si sa, Giggetto ha a cuore la famiglia, strizza l’occhio alla chiesa, pensa alle domeniche ecologiche in cui gli italiani andranno al parco anzichè infilarsi nelle cattedrali del consumismo. Una scelta di giustizia, all’insegna della decrescita felice che, per equità, dovrebbe essere estesa a ristoranti, stazioni, duty free, librai, bar e farmacie e perchè no, taxi, ospedali, trasporti… Insomma la domenica è sacra. E chi volesse ancora biecamente consumare si rivolga ad Amazon, nota multinazionale filantropica che, all’occorrenza, manda a casa anche Bibbia e Vangelo.