Aiuto non olet. Potremmo chiuderla così, come una città in quarantena, la sequenza di interrogativi e dietrologia spiccia attorno agli aiuti che Cina, Russia e Cuba stanno inviando allItalia per fronteggiare lemergenza coronavirus. Eppure, gli Antonov spediti da Mosca, i medici cubani, i cargo cinesi hanno dato il via alla narrazione suggestiva del mondo alla rovescia, piena di ricostruzioni senza riscontro e con argomenti in contraddizione. Si è detto che dopo il memorandum” per la via della seta e le porte aperte alla tecnologia cinese lItalia sia diventata il miglior amico di Pechino nel mondo occidentale. Si è anche detto che la Cina, primo Paese contaminato, compia adesso gesti di solidarietà quasi per farsi perdonare il disastro causato. Quanto alla Russia, vuoi vedere che Putin, ormai in sella per i prossimi duecento anni (con la nuova forzatura della costituzione potrà ottenere altri due mandati, ma i costituzionalisti di Mosca stanno valutando lipotesi immortalità), abbia mandato aiuti con tre finalità: allentare le sanzioni quando gli italiani saranno guariti, dare una sbirciatina a come si combatte il virus nel caso che la Russia fosse infettata, dimostrare agli amici italiani (a parte Salvini che lo aveva già capito) quanto sarebbe più conveniente una più intensa amicizia/alleanza con Mosca, invece di stare sempre a baciare i piedi agli americani. Insomma una mossa propagandistica, peraltro in contrasto con legoismo isolazionista americano.

Quanto ai medici di Cuba, Paese in cui la rivoluzione castrista ha notoriamente portato ricchezza, democrazia e benessere, è evidente lintento di dimostrare la straordinaria efficacia del sistema sanitario caraibico in salsa post comunista. Se poi ci si mettono i polacchi e i ceki (notizie controverse) a bloccare aiuti, voli e mascherine, per antichi riflessi antisovietici, allora il quadro dietrologico dassieme è completo. Consente anche di disegnare il futuro, quando lemergenza sarà finita. Un futuro di nuove alleanze planetarie e nuove amicizie. Non si sente dire che dopo lepidemia nulla sarà più come prima? E come la mettiamo se anche il primo ministro francese chiede l’aiuto dei cubani? Non sarà per la grande esperienza maturata in questo campo, soprattutto in Africa?

Possiamo continuare a scherzare, con la suggestione di un vecchio film – Dalla Russia con amore, rilanciato dalla spedizione sanitaria russa. Non c’è alternativa, essendo francamente difficile per molti accettare una verità molto più banale. Nei momenti di emergenza, ogni Paese si mobilita per aiutare un altro Paese, a prescindere dal sistema politico, dalle alleanze, dagli interessi a volte conflittuali. Proprio lItalia è sempre stata in prima fila nel correre in soccorso in ogni parte del mondo, senza alcun calcolo. Il fatto che oggi lo facciano Russia, Cina e Cuba, non dovrebbe stupire più di tanto, benchè sia fin troppo ovvio il ritorno dimmagine. Si è saputo che lItalia avrebbe chiesto aiuto anche agli Stati Uniti, contando sul personale medico delle basi americane sul nostro territorio, ma non si conoscono le risposte.  Casomai ci sarebbe da interrogarsi sulle complicazioni che ancora ostacolano un eccezionale coordinamento dellemergenza a livello europeo e sullincredibile sottovalutazione del problema da parte dei principali Paesi europei e degli Stati Uniti, nonostante sia assodato che i rischi fossero conosciuti da tempo.

Intanto, ben vengano gli aiuti. Salutiamoli con un grazie. E di cuore. C’è un bellissimo detto in Russia : Non esiste il dolore altrui.