Serata bergamasca per parlare di attualità e de “Il Boss immortale”, presentato presso la sede locale del Rotary Club alla presenza di un pubblico attento e partecipe.

La sintesi del libro è stata affidata al dott. Paolo Moretti che ne ha messo in evidenza alcuni aspetti centrali: l’ambientazione napoletana e l’intreccio tra massoneria alchimia e malavita organizzata, che lo rendono un giallo assolutamente anomalo.

Ma la serata è stata soprattutto l’occasione per parlare della situazione nazionale e internazionale: dallo scenario ancora indecifrabile di Brexit all’omicidio del sindaco di Danzica.

Un estratto del bollettino redatto nei giorni seguenti per i soci del club:

Oggi, a decenni dalla caduta del Muro di Berlino, ci troviamo di nuovo in un contesto di erezione di nuovi muri, di nuove separazioni. Francia e Germania, baluardi della costruzione europea, si trovano oggi confrontati con una crisi di leadership e con difficoltà economico – sociali.

In Francia. Il movimento dei “gilets jaunes” nasce dall’obiettivo peggioramento della situazione economica e sociale (e perciò legata a bisogni reali) dei residenti in zone periferiche – per la maggior parte pendolari – dovuto a misure dilettantesche introdotte dal governo, quali l’aumento del costo del carburante. Le contromisure del presidente Macron sono state piuttosto “naif”. Si trova in un vicolo cieco, e la sua lettura del fenomeno dei “gilets jaunes”, improntata sulla ricerca di un dibattito, non riconosce che ci troviamo in presenza di una vera e propria rivoluzione (…). I francesi sono più attratti dalle rivoluzioni che dalle riforme.

Per quanto riguarda i “gilets jaunes”, la loro matrice è indefinibile. E’ un movimento eterogeneo e proprio per questo infiltrabile, ma sicuramente non è egemonizzabile.
In conclusione, la situazione della Francia risulta molto difficile. L’astro nascente Macron (peraltro eletto da una minoranza, grazie al sistema elettorale francese) si trova ad avere un Paese contro.

Le ricadute sulla politica italiana si avvertono soprattutto nella ricerca di alleanze a livello europeo, in chiave critica nei confronti dell’Unione Europea (…) ln seno al Parlamento Europeo si formeranno facilmente due coalizioni rispettivamente di centro-sinistra e centro-destra (con l’esclusione di protagonisti estremi come il premier ungherese Orban).

Per quanto riguarda la Germania, l’uscita di scena di Angela Merkel ha creato una situazione delicata; non si sa ancora in che misura e con chi la sua leadership potrà trovare continuità. Il grande vantaggio della Germania è il ruolo, ancora relativamente forte, dei partiti e delle loro strutture, che consentono un dibattito costruttivo.

Per quanto concerne Brexit, tutte le prospettive pensabili al momento sembrano catastrofiche. Forse, la soluzione attuale risulta essere “tirare a campare”, in quanto nessuno ha interesse che qualcuno vinca.
Certamente, la tendenza attuale di caricare sull’Europa tutto il peso delle difficoltà contingenti origina da uno stereotipo dell’Europa che (pur con tutti i suoi problemi) non corrisponde alla realtà. Non va dimenticato che le decisioni centrali sono prese dai capi di governo, che essenzialmente si riferiscono ai loro specifici Paesi, e non alla costruzione europea.

Per questa ragione problemi veramente importanti come il ruolo dell’Europa in Africa (alla presenza di una costante infiltrazione da parte della Cina) o l’analisi seria della situazione dell’altra parte del Mediterraneo, non sono all’ordine del giorno. E gli Europei non si rendono nemmeno contro che vivono nell’area più progredita del pianeta!

Ormai ci rendiamo conto che viviamo in una società sfilacciata. Certamente è importante la riflessione originata dalla cattura del terrorista Battisti: è essenziale che le giovani generazioni abbiano coscienza di ciò che è stato il terrorismo; sia un monito costante la consapevolezza della tragedia causata dalla deriva di atteggiamenti violenti; ma sia anche motivo di speranza il ricordo di come l’Italia sia stata capace di reagire alla terribile ondata di terrorismo, con cultura e civiltà. L’informazione delle giovani generazioni è dunque prioritaria.

Da queste considerazioni ha preso spunto il presidente Giovanna Mangili per esprimere la certezza che anche nelle attuali condizioni l’Italia saprà uscire con successo dalle difficoltà.

Raramente si è assistito a una serata come quella offerta da Massimo Nava: con grande capacità ha saputo coniugare l’evocazione del contesto generale con la puntuale spiegazione di situazioni specifiche, la riflessione profonda con l’osservazione ironica e pertinente, la comunicazione empatica con un linguaggio accurato”.

Sulle stesse tematiche si è focalizzata l’intervista che ho rilasciato al quotidiano della città – L’eco di Bergamo.